Gravidanza e Femminilità

Gravidanza e Femminilità

femminilitàFemminilità – ritrovare la forza dentro di noi durante la gravidanza

Per me la gravidanza è stato il periodo più magico e magnifico della mia vita. Da li ho cominciato a camminare su un nuovo sentiero che portava sempre più dentro me stessa. Voglio condividere con voi frammenti tratti da un libro a me molto caro(“Siamo nati in casa” ) e considerazioni personali che sono scaturite dopo la lettura di quel libro.

 

La donna ha perso in modo graduale la sua femminilità e vive in più delle volte solo dal collo in su, solo con la mente, in un ritmo frenetico di 24 su 7. La donna ha sempre più spesso un attitudine maschile, lineare e razionale. Cosi siamo arrivati a perdere un approccio femminile. Queste trasformazioni si vedono nella vita quotidiana e si fanno sentire ancora di più nel momento in cui si comincia il viaggio verso la maternità. Molte donne vivono questo viaggio come un ritorno alla propria femminilità, un ritorno al proprio sapere ed al proprio sentire, proprio perché la gravidanza è un grande momento di introspezione, di ricerca del se interiore. Purtroppo questo viaggio non è sempre facile a causa di molti fattori.

 

In più delle volte puntiamo il dito verso quei medici/ostetriche/assistenti che non sanno accompagnarci nel percorso verso la nascita di una nuova vita. Abbiamo appreso che le colpe si cercano sempre altrove. Questo perché non abbiamo, oppure non siamo più abituate a trovare il tempo per guardare dentro noi stesse. A livello socio culturale sono cambiate molte cose negli ultimi 30-40 anni e, diciamoci la verità, non sempre a nostro favore.

 

“E poi cambiano lo stile di vita, sono cambiate le donne: sempre più alti livelli di istruzione, lavori intellettuali, scarsa o nulla attività fisica e quindi scarsa confidenza, affidamento e percezione del proprio corpo come risorsa e potenziale. Si vive dal collo in su, solo con la mente, a ritmi frenetici ventiquattro ore su ventiquattro. Si sono anche modificate le modalità di affrontare difficoltà e cambiamento: sempre più atteggiamento maschile, lineare, razionale; si esamina, si interviene, si risolve, si programma. Perdendo con ciò una modalità più femminile, ciclica, circolare e che fa affidamento su percezione, intuito, istinto.” Paola Chini (ostetrica)

 

È sempre più presente il concetto che solo quello che è scientifico e tecnologico è vero e sicuro, e ci da risultati esatti. Siamo sempre di corsa e nonostante ciò non riusciamo a “controllare “ ogni aspetto della nostra vita. Per questo pretendiamo sempre di avere a disposizione uno specialista a cui chiedere di decidere cos’è meglio per noi. È sempre più difficile assumerci la responsabilità in prima persona. Abbiamo scelto di delegare agli altri cosi almeno possiamo vivere con l’impressione che è un nostro diritto avere tutto sotto controllo – la malattia, la vecchiaia, la vita e anche la morte. Pretendiamo il diritto di avere “rischio zero con investimento personale zero” cosi facendo “rischio” e “responsabilità” spariscono come categorie della vita reale.

 

La gravidanza è diventata una corsa ad ostacoli tra analisi ed ecografie nella speranza di scongiurare patologie che ci aspettano dietro al angolo. Abbiamo sempre meno fiducia in quello che il nostro corpo ci trasmette e diamo troppo peso agli altri che non sono e non saranno mai nei nostri panni di donna. Nessuno meglio di noi stesse può capire se c’è qualcosa che non va. Nessuno meglio di noi ci conosce nel profondo.

 

Chi meglio di noi è capace di ascoltarsi e sentirsi con ogni respiro ed ogni pensiero?
Chi meglio di noi sente il bambino che abbiamo nel proprio grembo?
Chi meglio di noi può stabilire un legame profondo con questo essere meraviglioso che si prepara dentro di noi per venire al mondo?
Chi meglio di noi sa lo stato in cui si trova il nostro corpo, la nostra mente e la nostra anima in un determinato momento?

 
Non importa quante visite decidiamo di fare dal medico durante la gravidanza. Non importa quante ecografie voliamo fare per vedere ancora una volta il musino del vostro cucciolo.
L’importante è non dimenticarci mai che ognuna di noi ha dentro di se la propria bussola che la guida. Ognuna di noi è in grado di capire se lei o il suo bambino sta bene oppure no.
È essenziale guardarsi dentro, ascoltare il proprio cuore e seguire il proprio istinto.

 

Siamo anche fatte di passato, quindi non dimentichiamoci anche del fatto che molte di noi donne siamo figlie di parti traumatici, guidati e affrettati, non ascoltati e tanto meno accolti o rispettati. Molte delle donne che oggi diventano mamme non hanno avuto a che fare con un neonato prima e vivono l’arrivo di questo fagottino preoccupandosi di quello che li vera tolto in materia di spazi e tempo personale senza pensare quasi mai al modo in cui un bambino ci migliora il lato umano e affettivo.
È un peccato che il rifiutarsi di vivere il parto in piena consapevolezza e fiducia porta alla perdita di questa occasione in cui la donna può crescere tantissimo, e alla perdita dei benefici in materia di salute sua e del suo bambino.

 

“Qualcuno mi ha mai detto che spezzare le porte della paura rende leonesse e invincibili per il futuro?
No, e forse non è un caso. Allora lo dico io adesso: SEI UNA LEONESSA FEROCISSIMA E FORTISSIMA.
E nessuno te lo dice, perché ha paura che tu te ne accorga!”

 

“Il parto non è una punizione divina, non è un’orribile punizione divina: è un trampolino, è un nastro da tagliare col petto e le energie a perdifiato, è la porta; … Ed è solo tuo, tuo, tuo e di nessun altro, perché dentro ci sei tu, e la creatura.”

 

Contro le voci che condizionano le donne a essere intimorite, fragili e passive in uno dei momenti più simbolici di riconquista del sé, esistono, per fortuna tante storie di parti meravigliosi che ci fanno capire che ogni donna ha dentro di se tutto ciò che serve per vivere il parto con energia consapevolezza e fiducia”. Sono storie che arrivano da quelle donne che sono riuscite a rimanere connesse con il loro IO interiore. Sono quelle donne che hanno raccolto tutte le informazioni necessarie per poter scegliere il modo migliore in quel momento per partorire il loro bambino. Sono le donne che malgrado le influenze culturali di una società lontana dal naturale, non hanno dimenticato di essere donne, non hanno avuto paura di scoprirsi, di sentirsi libere in un mondo che ci vuole sempre più rinchiuse dentro a dei stereotipi predefiniti.

 

Qualcuno ha detto che qualsiasi forma di emancipazione non può esimere una donna della sua responsabilità per la sua femminilità, per il corpo e l’anima. Tu sei responsabile di te stessa! Non dare il potere dalle tue mani agli altri! E’ difficile lavorare per conoscere te stessa e credere di più in te che non negli altri – specialisti o non – ma è proprio necessario, è liberatorio e da tanta forza.

 

Con la donna comincia tutto! La donna ha dentro di se poteri insospettabili e sconosciuti. Il suo amore può trasformare un mondo intero, perché lei porta verso la nascita, partorisce, accudisce e aiuta a crescere fisicamente, emotivamente e spiritualmente.

 

Donna, torna verso te stessa esplorando la tua femminilità! Sveglia il potere femminile che hai dentro di te e usalo in tal modo che tutto quello che tocchi si trasformi in … AMORE!”(Adela Haru)

 

Frammenti tratti dal libro “Siamo nati in casa” di Elena Zaccherini